Paul Dirac è sempre stato uno di quei fisici che affascinano chiunque decida di studiare la materia: per la sua equazione (una delle più belle della scienza) che previde l’antimateria prima che questa fosse effettivamente scoperta; per le sue funzioni come il delta, che i matematici formalizzarono dopo, e per la sua statistica – che pubblicò con soli pochi mesi di ritardo rispetto a Fermi. Infatti, se adesso si chiama “Statistica di Fermi-Dirac”, le particelle si chiamano Fermioni e non Diraconi (per fortuna, visto il suono).
Era quindi naturale approcciarsi a questo enorme volume di quasi 700 pagine con molta curiosità. Purtroppo il libro non mantiene quanto promette, però: si perde in dettagli che poco hanno a che vedere con l’enorme talento scientifico di Dirac, e molto con la voglia di sbirciare sotto le coperte delle cose private tipica delle biografie anglosassoni.
Come atteggiamento, sarebbe scusabile se il personaggio in questione facesse parte dello Star System. Nel caso di uno scienziato di tale levatura, è per me incomprensibile.
Aggiunge poco alla conoscenza dei suoi lavori, molto alla sua vita privata (che interessa il giusto).
Stavolta Raffaello Cortina ha “toppato”
Voto 2/5