Una casa, una chiesa antica, una panchina. Sono le piccole cose che costituiscono la vera essenza di Roma.
La città eterna fa da cornice ad una storia che, generazione dopo generazione, ci racconta le vicissitudini di quattro famiglie romane durante tutto il ventesimo secolo.
I Conti, gli Amici, i Bassiano e i Piacentini esaltano gli aspetti quotidiani e le trasformazioni sociali di una città che si mostra nuda e cruda soltanto a chi la vive per davvero.
Le vite di questi personaggi scorrono così come scorre il Tevere, che inarrestabile attraversa la città, accarezzandola e lambendola. È Il fiume che scandisce il tempo degli accadimenti, dei colpi di scena e degli amori che sbocciano.
È il fiume che accompagna la città, riflettendone gioie e dolori. È lui il vero respiro di Roma.
Il Fiume va verso sud, accompagnando la Roma a sinistra, vecchia di millenni, e unendola a quella a destra, il quartiere Prati, che ha solo qualche decennio. Fino a quando arriva qui, separando noi preti dal potere temporale. E continua a respirare assieme alla città, allargandosi all’isola Tiberina, per poi finalmente correre al mare dopo aver riacquistato la libertà dai muraglioni una volta passato il nuovo Ponte Marconi, verso via della Magliana.
In tutto questo tragitto ha preso la vita, le anime e anche i rifiuti di Roma, come fa da millenni. Il Tevere non è solo il fiume di Roma, ma il respiro stesso della città.