Domenica 5 marzo 1876, prima domenica di Quaresima. Nel pomeriggio a Milano viene pubblicato il primo numero del Corriere della Sera (datato 5-6 marzo). Direttore è Eugenio Torelli Viollier, trentaquattrenne napoletano che anni dopo Gaetano Afeltra avrebbe descritto sulle stesse pagine del quotidiano milanese come «compassato, freddo, dalla parola misurata: pare più un inglese che un meridionale». Quattro pagine, di cui una di pubblicità. Tremila copie di tiratura, tre redattori ai quali si aggiungeva un impiegato e un fattorino, il quotidiano viene venduto a cinque centesimi in città (sette fuori da Milano).
Il primo editoriale, uscito non firmato e quindi attribuibile a Torelli Viollier, intitolato semplicemente «Al pubblico».Si rivolgeva direttamente al lettoree tracciava quelle che erano la linea politica del giornale («Siamo conservatori e moderati») e le sue intenzioni («Se c’è cosa che abbiamo in odio, è il giornale a tesi», quello «che ha due sole suonate, una in maggiore per esaltare i meriti de’ suoi amici, una in minore per gemere su’ demeriti degli avversari»). Ora è di Cairo