Il 26 giugno 1826 termina la storia secolare di una Repubblica Italiana: quella di Cospaia.
La nascita di questa piccola “Utopia” è dovuta al fatto che i fiumi si chiamano tutti Rio. Per farla breve, nel 1431 il papa chiese un prestito decennale ai medici, dando in pegno il borgo di Sansepolcro. Non potendo poi onorare il debito, il borgo divenne parte della Toscana. Quando si trattò di delimitare i nuovi confini, questi vennero individuati presso il fiume “Rio”, un affluente del Tevere. Di “Rio” però ce ne erano due, paralleli. E questo equivoco lasciò una terra di nessuno larga circa 600 metri e lunga qualche Km. L’unicoo villgagio ivi presente era il borgo di Cospaia. 350 persone che si affrettarono a dichiararsi “liveri”. Era il 1441.
Papa e Duca rinunciarono a litigare per quel fazzoletto di terra, e questo fece la fortuna dei Cospaiesi che, non pagando più tasse, migliorarono la propria situazione, e di molto. Il colpo di fortuna arrivò un secolo dopo, con la piantagione del tabacco. Era proibita nello stato pontificio, ma non lì, e il contrabbando fece fiorenti affari, facendo ricchi i Cospaiesi, che seppero gestire saggiamente questo evento positivo.
La repubblica durò fino al 26 giugno 1826, quando il papato decise di riassorbire la micro repubblica, dando un indennizzo alle famiglie e autorizzandole a coltivare tabacco.
Così finiscono le Utopie