Il 28 luglio 1914, con la dichiarazione di guerra dell’impero austroungarico al Regno di Serbia, scoppia la prima guerra mondiale, la travolgente catastrofe da cui è scaturito tutto il resto nel ventesimo secolo, la fine della Belle Epoque e del predominio Europeo sul mondo.
Dieci milioni di combattenti sono morti, altri venti milioni sono rimasti feriti, quattro imperi sono andati distrutti e anche gli imperi dei vincitori ne sono usciti fatalmente danneggiati. Ne è derivato un nuovo mondo, così come nuovo era stato il tipo di conflitto. Dal punto di vista militare, la comparsa delle trincee, dei gas venefici, delle granate, dei carri armati, dei sottomarini ha trasformato radicalmente la natura dello scontro. L’evidente complessità e la portata della guerra hanno spinto gli storici a scrivere saggi ponderosi per raccontarla su una scala proporzionata.
Ma a noi pensare che uno scempio del genere sia stato generato da chi non si è saputo fermare in tempo (su entrambi i fronti) fa riflettere, e basta.