Amelia Earhart  è una delle figure iconiche del XX secolo che adesso sono cadute nel dimenticatoio. Era già una celebrità quando, nel 1937, progettò di compiere il giro del mondo in aereo. La sua non era la prima traversata aerea intorno al globo – impresa realizzata da una squadra statunitense nel 1924 –, ma era di certo la più lunga: una estenuante rotta di 47mila chilometri vicino all’equatore. Il tentativo iniziale non andò a buon fine. Infatti, un incidente danneggiò gravemente il velivolo. Dopo la riparazione lei e il suo ufficiale di rotta Fred Noonan, pilota con grande esperienza di volo nel Pacifico, intrapresero il viaggio da Miami verso est. Dopo svariati scali giunsero a Lae, nella costa orientale di Papua Nuova Guinea. Il 2 luglio 1937 Earhart e Noonan partirono per la destinazione successiva, l’isola di Howland, circondata dalla barriera corallina, sperduta in mezzo al Pacifico e a metà strada tra l’Australia e le Hawaii.

L’isola si trovava a circa 4.100 chilometri di distanza e la quantità di carburante era sufficiente per arrivare in condizioni normali, nonostante il fatto che i serbatoi (con una capacità di 1.150 galloni) non fossero stati riempiti completamente per ridurre il peso dell’aereo. Eppure gli aviatori non giunsero mai a destinazione.

Una missione di salvataggio che mobilitò 66 aerei e nove barche per rastrellare 250mila miglia quadrate di oceano si concluse senza risultati. Il 5 gennaio 1939 l’aviatrice fu dichiarata legalmente morta.

Nacque il 24 luglio 1897 ad Atchison (Kansas), nel cuore degli Stati Uniti. Sin da piccola aveva mostrato un carattere avventuriero e indipendente e un grande interesse nei confronti di quelle donne che avevano avuto successo in attività tradizionalmente considerate maschili.

Amelia decise che sarebbe diventata pilota nel 1920, dopo la sua prima esperienza di volo — un’ascensione di dieci minuti con il pilota Frank Hawks a Long Beach, in California. «Quando raggiunsi la quota di due o trecento piedi (tra i 60 e i 90 metri), seppi che dovevo volare», avrebbe ricordato in seguito. Il 3 gennaio 1921 prese la prima lezione e due anni dopo ottenne il brevetto di volo. Negli anni venti e trenta realizzò numerosi record: fu la donna che volò all’altitudine e alla velocità maggiori allora raggiunte, ad attraversare l’Atlantico e a pilotare, in solitaria, tra Oakland e Honolulu, e tra Los Angeles e Città del Messico.

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