Del movimento ereticale dei dolciniani scrivono Umberto Eco nel romanzo “Il nome della rosa” e Dario Fo nell’opera teatrale “Mistero Buffo”. Contro di lui e i suoi seguaci viene indetta una vera crociata voluta da papa Clemente V e da Raniero degli Avogadro, vescovo di Vercelli: i dolciniani vengono sterminati nella battaglia del monte Rubello, nel biellese, mentre Dolcino e la sua compagna, Margherita da Trento, vengono catturati.
Condannato come eretico dall’Inquisizione, Fra Dolcino, subisce lunghe torture e dopo aver dovuto assistere al supplizio di Margherita e del suo luogotenente Longino da Bergamo, viene arso sul rogo a Vercelli il 1 giugno 1307. Non ci sono pervenuti scritti originali di Dolcino, il suo pensiero è giunto fino a noi solo attraverso i suoi avversari, dall’ Historia fratris Dulcini heresiarche, attribuita al’Anonimo sincrono, che narra i fatti svoltisi tra il 1304 e il 1307, ai resoconti di Giovanni Villani e Benvenuto da Imola.