Quel giorno MLK è a Memphis, dove aveva partecipato alla manifestazione del 28 marzo dov’era stato ucciso, durante gli scontri con la polizia, un giovane afroamericano di 16 anni: MLK aveva tenuto lì diversi discorsi – l’ultimo il 3 aprile.
Alle 18:01, sul balcone della sua stanza d’albergo è raggiunto da un colpo di fucile, un’arma di precisione rinvenuta il giorno dopo, che poi si disse partito da una stanza dell’albergo di fronte.
L’8 giugno venne arrestato in Europa il principale sospettato, che dopo le prime ammissioni ritrattò tutto e si dichiarò e continuò a dichiararsi innocente: estradato in Tennessee, fu processato e condannato a 99 anni di carcere. Le indagini dell’FBI, l’inchiesta e gli atti processuali pubblici non hanno mai chiarito la vicenda: la verità sull’assassinio di MLK non è nota fino in fondo e i documenti desecretati nel 2002 non hanno contribuito a fare emergere la verità.
Martin Luther King ha voluto essere ricordato come una persona che si è impegnata per “dare da mangiare agli affamati, coprire coloro che non avevano i vestiti, essere chiaro e duro sulla questione della guerra in Vietnam e amare e servire l’umanità”.
Quattro anni prima, nel 1964, Martin Luther King era stato insignito del Premio Nobel per la Pace, e un anno prima ancora, il 28 agosto 1963, aveva guidato la Marcia della Libertà a Washinghton. In quell’occasione, davanti a una folla oceanica aveva tenuto al Lincoln Memorial uno dei discorsi più noti e citati della Storia, I have a Dream, ho un sogno.