La complessità sociale esiste perché le comunità, con la domesticazione, sono cresciute di numero. Siamo così antropocentrici da pensare che la domesticazione sia dell’”homo sapiens” verso animali e piante.
Ma siamo sicuri sia così? Proviamo a riflettere: senza la nostra cura, specie animali deboli come vacche e pecore non avrebbero potuto prosperare in numero, e specie esigenti da un punto di vista delle risorse consumate come il frumento non avrebbero potuto riempire tanta parte del terreno disponibile contro piante infestanti.
Chi ha domesticato chi, quindi? È vero, tutti gli attori di questa simbiosi hanno alla fine prosperato, dando successo di replica ai loro geni. (quando si critica Richard Dawkins perché parla di egoismo, ci si dovrebbe ricordare che è il “gene” ad esserlo, e in un senso molto scientifico: il gene che si replica esiste nel tempo, quello che non si replica, no. Il “successo” del gene è solo un’eterogenesi dei fini, che il gene non ha)