Venti anni prima di Rino Gaetano, Ferdinando “Fred” Buscaglione, con un incidente stradale, entrava nella dimensione del mito. Ma – a modo di vedere di chi scrive – con più merito rispetto al cantautore romano/calabrese.
Buscaglione riuscì, con un’ironia tutta sua, a portare la “favola” della mala americana in Italia, col suo atteggiamento da finto “duro” e con una presenza scenica inarrivabile. Come Carosone, faceva ottima musica facendo divertire ed evitando le solite storie d’amore. Come il Quartetto Cetra, era ironico e rappresentava l’italia spensierata che si avviava al culmine del suo “boom”, non solo economico ma soprattutto sociale. Ma, e questa era una caratteristica tutta sua, riusciva ad avere un carisma infinito, sul palco e sul set. Basti vedere questo piccolo pezzo con Paolo Panelli (Paolo Panelli!) per vedere come riesce a reggere tranquillamente la telecamera con un gigante che oltretutto stava dando il meglio di se improvvisando (il finto imbarazzo di Panelli è magistrale, e le occhiate di Fred lo sono altrettanto). Se poi consideriamo che era anche romantico (“Guarda che Luna”, “Buonasera Signorina” “Al chiar di Luna porto fortuna”), abbiamo il quadro di un artista completo che, a sessant’anni dalla morte, non deve essere dimenticato.
“Muore giovane chi è caro agli dei” disse qualcuno, e Fred aveva 38 anni. Sarà pure, ma (per citare un altro attore discretamente famoso) “posso esse un po’ incazzato?”