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Il romanzo è in realtà l’intreccio di due storie che procedono parallele, per incontrarsi, a distanza di ventuno lustri, nello stesso posto. Nel 1913 un delegato di polizia, Luigi Mazzucco, inviato a Roccagorga per cercare di sedare una manifestazione di protesta da parte dei contadini, scopre che in realtà la ragione era dalla loro parte. Stringerà anche amicizia con la sua governante, una povera ragazza incinta ed analfabeta. Questa relazione, e le sue indagini sulla reale situazione del paese, lo coinvolgeranno sempre di più.

 

Cercherà, all’inizio anche riuscendoci, di fermare gli abusi della consorteria di notabili, ma verrà sostituito improvvisamente. Il suo successore non riuscirà ad impedire che l’esercito poi spari sui manifestanti. Una carneficina con quaranta feriti e sette morti tra cui proprio la governante di Luigi, Fortunata. Tutti i personaggi presentati sono realmente esistiti, e tante frasi pronunciate ed atteggiamenti avuti dai vari protagonisti sono stati ricavati da un’attenta ricerca storica. 

 

Nel 2018, una giovane coppia, cliente del Pub “LiBi”, mostra un vecchio bastone usato dalla Polizia al proprietario del locale. Da qui, partirà una ricerca, che vede protagonista la bulgara Giordi, aiutante del pub, che scoprirà a poco a poco la verità non solo sul fatto storico narrato, ma anche su quella giovane coppia, che risulterà essere erede proprio dei due protagonisti storici. Questa parte, ovviamente, è completamente di fantasia, e mostra come l’amore per la storia possa suscitare passioni e cambiare anche la vita di chi la fa.

 

Le due storie si intrecciano nel romanzo, con capitoli alternati, fino a terminare nello stesso posto, davanti al luogo dove Fortunata è sepolta.

 

Oltre a raccontare in forma romanzata l’Eccidio di Roccagorga, evento molto conosciuto, il libro vuole anche mostrare le bellezze della provincia di Latina meno note, come il panorama della pianura dai monti Lepini, o la stupenda pizza di Roccagorga.

 

Il racconto “storico” dimostra anche come la “belle epoque”, un periodo che da molti fu vissuto come di progresso e di benessere, coinvolgesse in realtà soltanto una parte, neanche maggioritaria, della popolazione e di come ancora all’inizio del XX secolo ci fosse una società classista quasi a livello feudale in questi paesi, dimenticati dal governo centrale.

“Era felice: sentiva di aver fatto quello che era giusto”