L’umanità deve molto ad Edward Jenner, un medico di campagna che nacque a Berkeley, in Inghilterra, nel 1749 e si rivelò essere colui che, con il suo metodo sperimentale, salvò il mondo dal vaiolo ed aprì la strada agli studi immunologici. Jenner, infatti, osservò, riguardo alle epidemie di vaiolo, che le mungitrici della campagna spesso venivano colpite dal vaiolo vaccino, una forma molto leggera, ma erano protette nei confronti di quello umano, che, invece, era devastante.
Così, con molto coraggio, Jenner decise di effettuare un esperimento. Estrasse del materiale da una pustola di una mungitrice che era stata colpita dal vaiolo vaccino e lo inoculò in un bambino sano di otto anni. Il ragazzo cominciò ad avere i primi sintomi dopo una settimana: mal di testa, sensazione di freddo, dolore all’ascella, ma nel giro qualche giorno il ragazzo guarì.
Jenner, allora, continuò: dopo circa un mese e mezzo prelevò quindi del materiale da una pustola di una persona infettata con vaiolo umano e inoculò anche questo nello stesso ragazzo. Ma questa volta il ragazzo non ebbe alcuna reazione, né presentò alcun sintomo della malattia. Era il 14 maggio 1796 e cominciava così la guerra al vaiolo che avrebbe avuto il suo termine soltanto nel 1980.
Al 1977 risale, infatti, l’ultimo caso accertato di vaiolo in Somalia e al 1980 la dichiarazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità della definitiva sconfitta del vaiolo, tant’è che la vaccinazione antivaiolosa non viene più effettuata da allora (se non in caso di timori per eventuali guerre batteriologice). Esistono soltanto alcuni depositi di vaccino pronti per qualsiasi evenienza in Russia e negli Stati Uniti, ma si discute da tempo se sia il caso di eliminare anche questi.
Un’ultima curiosità sui vaccini in generale. La parola ‘vaccino’, ai tempi di Jenner, indicava il vaiolo che attaccava le mandrie (vaccino nel senso ‘di vacca’), mentre da quel momento in poi è stato esteso a qualsiasi sostanza in grado di impedire lo sviluppo di una malattia grazie alla immunità che induce nell’uomo. Proprio come la sostanza che Jenner prelevò dalle pustole provocate dal vaiolo vaccino ed inoculò nel ragazzo immunizzandolo.
Continuava il progresso, alla faccia del “gombloddo” dei vaccini