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In un locale del Greenwich Village, è di scena il bluesman John Lee Hooker. Poco prima dell’esibizione il proprietario, un calabrese di nome Mike Porco, manda sul palco un ragazzino che non ha ancora compiuto 20 anni. Si chiama Robert Allen Zimmerman. È l’11 aprile del 1961: l’inizio di una storia importante per la musica.

Si chiama Robert Allen Zimmerman, è ebreo e racconta di essere arrivato nella Grande Mela viaggiando clandestinamente su un treno merci. Di lì a un anno inciderà il primo disco per la Columbia con lo pseudonimo di Bob Dylan. Dylan nasce il 24 maggio del 1941 a Duluth, Minnesota (USA). A sei anni si trasferisce a Hibbing, al confine con il Canada, dove inizia a studiare pianoforte e a fare pratica su una chitarra acquistata per corrispondenza. A 15 anni suona in un complessino, i Golden Chords, e nel 1957 al liceo conosce Echo Hellstrom, la Girl From The North Country di qualche anno dopo. Con Echo, Bob divide i primi amori per la musica. Frequenta l’università a Minneapolis, nel 1959, e contemporaneamente inizia a suonare nei locali di Dinkytown, il sobborgo intellettuale della città.  Preso dalla musica, gira per l’america solo e senza un soldo. È di fatto un menestrello ambulante, in questo emulo di un suo grande idolo e modello, Woody Guthrie.

Nell’autunno del ’60 si realizza un suo sogno: Guthrie si ammala e Bob decide che questa può essere l’occasione propizia per conoscere finalmente. Si fa coraggio e va a trovarlo in ospedale. Si conoscono, si piacciono e ha così inizio un’intensa e vera amicizia. Sulla spinta degli incoraggiamenti del maestro, inizia a girare i locali del Greenwich Village. In breve, cresce l’attenzione nei suoi confronti ottenendo anche un provino con il boss della Columbia John Hammond che si tramuta subito in un contratto discografico.

Registrato alla fine del 1961 e pubblicato il 19 marzo 1962, l’album d’esordio Bob Dylan è una raccolta di brani tradizionali (tra cui la celebre House Of The Rising Sun e In My Time Of Dyin), per voce, chitarra e armonica. Due sole le canzoni originali scritte da Dylan: “Talkin’ New York” e l’omaggio al maestro Guthrie “Song To Woody”. Dopo più di trent’anni, diventato ormai un mito, nel 1992 la sua casa discografica, decide di organizzare un concerto in suo onore al Madison Square Garden di New York City: l’evento è trasmesso in mondovisione e diventa sia un video che un doppio Cd intitolato “Bob Dylan – The 30th Anniversary Concert Celebration” (1993). Sul palco, tutti nomi leggendari del rock americano e non; da Lou Reed a Stevie Wonder da Eric Clapton a George Harrison ad altri ancora. Nel giugno 1997 è improvvisamente ricoverato in ospedale per una rara infezione cardiaca. Dopo le apprensioni iniziali, nel giro di poche settimane vengono annunciati la ripresa dell’attività concertistica e la pubblicazione di un nuovo album di canzoni originali in studio.

Poco dopo prende parte ad uno storico concerto per Giovanni Paolo II. Nell’aprile del 2008 i prestigiosi premi Pulitzer per il giornalismo e le arti hanno insignito Bob Dylan, quale cantautore più influente dell’ultimo mezzo secolo, di un riconoscimento alla carriera. Nel 2016 riceve il Premio Nobel per la Letteratura, per aver “creato una nuova poetica espressiva all’interno della grande tradizione canora americana”.