Opere complete. Con testo a fronte, di William Shakespeare – Garzanti – ebook – €19,99

 

Qualcuno abbastanza autorevole, il premio Nobel per la letteratura T.S. Eliot, ha affermato che Dante e Shakespeare si sono diviso il mondo senza lasciare posto a un terzo.

Harold Bloom, probabilmente il più grande critico letterario di tutti i tempi, inserisce nella letteratura che “ha fatto la storia” in prima posizione Shakespeare, e in seconda Dante. Questo per dire che da quattro secoli a questa parte, nessuno mette in discussione il primato di Shakespeare se non affiancandogli un altro gigante delle lettere, Dante.

Sono due caposaldi dai quali è impossibile prescindere, se si vuole parlare, commentare, leggere, o anche fare, letteratura.

 

Oggi affrontiamo il bardo dell’Avon, analizzando i motivi che lo hanno portato ad essere così universalmente riconosciuto e acclamato protagonista dell’ingegno e del pensiero umano nei secoli.

Shakespeare è uno scrittore popolare. Non badate al linguaggio aulico, o alla maniera declamatoria con cui spesso lo si porta in teatro. Metteva in scena tragedie e commedie in cui tutti potevano riconoscersi. Ma popolare non vuol dire populista. Tanto è vero che, pur essendo uno scrittore che è inserito nel suo tempo, a differenza di tanti altri suoi colleghi contemporanei lo sublima, diventando così eterno. Le sue tragedie, a esempio, sollevano questioni che riguardano l’uomo da sempre. Un caso “di scuola”? Macbeth: è la storia di un re e una regina, e di come abbiano messo le mani sulla corona, e come scoprono di essere disposti a tutto per il loro scopi. E’ una storia di avidità, quindi, sentimento (“peccato”, direbbe Dante) comune a tutta l’umanità.

 

Non solo: la sua eternità sta nel fatto che tutte le sue tragedie e commedie possono essere attualizzate con facilità (il Riccardo III di Loncraine, a esempio, o i vari Romeo e Giulietta di cui la filmografia è piena). E badate che non si parla solo di sentimenti facilmente riconoscibili: nell’Amleto le pulsioni che escono fuori sono le più malsane…

E poi tecnicamente è così perfetto che alcune sue frasi sono rimaste nell’immaginario collettivo come modi di dire, o come stereotipi di determinati sentimenti: “Essere o non essere…” “Il mio regno per un cavallo” “Siamo fatti della stessa sostanza di cui son fatti i sogni…” e così via.

 

Il suo maggior successo è forse il tentativo che in tanti fanno per impossessarsi della sua nazionalità (persino noi italiani, con il famoso “Crollalanza” siciliano) o con l’attenzione morbosa alle sue vere origini, pulsioni sessuali, vita sociale… fino a supporre che non sia mai esistito!

 

È poco importante, tutto sommato: godiamone le opere. Tra le tragedie, prendete “Re Lear” e leggetela da cima a fondo, senza pensare a commenti, interpretazioni etc. etc. Fatevi trasportare dai sentimenti che animano i personaggi, immedesimatevi nella forza delle emozioni che ne scaturiscono. Oppure, pensate al “Sogno di una notte di mezza estate”, e lasciatevi trasportare nell’atmosfera sognante di questa commedia. E poi ditemi se non pensate che debba essere preservato per l’eternità al pari di Platone, Aristotele, Omero, Virgilio e – appunto – Dante. Solo per rimanere in occidente.

Voto 5/5