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Il sistema periodico fu elaborato nella seconda metà del XIX sec., dopo che si erano andate accumulando, nel corso di alcuni decenni, varie osservazioni che tra diversi insiemi di elementi si manifestano somiglianze di comportamento tali da fare intravedere la possibilità di riunirli in raggruppamenti.

Fu il chimico russo D. Mendeleev (1834-1907) il primo a pubblicare (6 marzo 1869) la classificazione degli elementi che è diventata la base del moderno sistema periodico. La tavola periodica di Mendeleev si rivelò uno strumento efficace per fare previsioni sull’esistenza di elementi non ancora scoperti.

Mendeleev ordinò gli elementi in base alle loro masse atomiche crescenti, in modo che elementi con proprietà simili venissero a trovarsi in una stessa colonna verticale. Se nessun elemento noto aveva le proprietà richieste per occupare un posto particolare nella tavola, lasciava lo spazio vuoto. Mendeleev pensava che elementi non ancora scoperti avrebbero riempito quegli spazi e arrivò persino a prevederne alcune proprietà.

L’importanza della tavola di Mendeleev fu consacrata solo quando furono effettivamente scoperti elementi con le proprietà previste, quali lo scandio (previsto col nome di ekaboro), il gallio (previsto col nome di ekaalluminio) e il germanio (previsto col nome di ekasilicio).