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Il Comintern sorse per iniziativa dei bolscevichi russi dopo la dissoluzione della Seconda Internazionale, causata dall’appoggio concesso dai partiti socialdemocratici tedesco e francese ai propri governi in occasione della prima guerra mondiale. Il I Congresso si tenne a Mosca il 2 marzo 1919 con lo scopo di sostenere il governo sovietico, favorire la formazione di partiti comunisti in tutto il mondo e diffondere la rivoluzione a livello internazionale.

Con il II Congresso del luglio–agosto 1920 a cui presero parte delegazioni provenienti da 37 nazioni si tracciarono le basi e il programma dell’organizzazione, che ruotava attorno al nucleo della rivoluzione mondiale. Il Comintern fu fin dall’inizio egemonizzato dai bolscevichi, come dimostra il fatto che la direzione dell’Internazionale fu affidata a un comitato esecutivo permanente con sede a Mosca. Fu inoltre caratterizzato dal netto rifiuto del riformismo socialdemocratico secondo un percorso evolutivo già iniziato nel primo Novecento con la divisione tra socialismo riformista e socialismo rivoluzionario.

Dopo che in Europa erano nati i partiti comunisti tramite scissione da quelli socialisti nel 1926 iniziò la stalinizzazione del Comintern grazie all’imposizione della teoria del socialismo in un solo Paese, seguendo la quale il Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS) prendeva atto dell’isolamento dell’Unione Sovietica (URSS) rispetto al resto del mondo e abbandonava seppur non esplicitamente la lotta per estendere la rivoluzione comunista a tutto il mondo in favore dello sviluppo economico e sociale della sola URSS. In tale contesto si ebbe una netta contrapposizione tra lo stalinismo e la dottrina ad esso contrapposta, ovvero il trotskismo, che difendeva l’impostazione iniziale dell’Internazionale, definita nei suoi primi quattro congressi.

A causa dei conflitti interni al gruppo dirigente del PCUS e alla subordinazione delle esigenze dei diversi partiti comunisti nazionali agli interessi dell’URSS l’azione del Comintern andò progressivamente indebolendosi. Il 15 maggio 1943 il Comitato esecutivo dell’Internazionale Comunista propose lo scioglimento del Comintern tramite una risoluzione che proclamava il compimento della missione storica dell’organizzazione e certificava la raggiunta maturità del movimento comunista, che superava la necessità di una direzione centralizzata. Dietro la decisione, che divenne effettiva il successivo 10 giugno, vi era però soprattutto la volontà di Iosif Stalin di lanciare un segnale di moderazione agli alleati occidentali impegnati a fianco dell’Unione Sovietica nella seconda guerra mondiale.

Da allora il PCUS tenne i rapporti con i partiti comunisti del resto del mondo tramite il Dipartimento internazionale del proprio Comitato centrale mentre tra il 1947 e il 1956 fu attiva una nuova organizzazione sovranazionale comunista, il Cominform (per esteso Ufficio d’informazione dei partiti comunisti e operai). Successivamente si sviluppò anche il sistema delle Conferenze internazionali dei partiti comunisti.