Questo piccolo saggio intitolato Homo sum, scritto sull’onda dell’attuale cronaca politica, è in realtà molto di più che non una semplice confutazione di alcune posizioni sul tema “immigrazione”: è uno studio, anche abbastanza approfondito considerando la piccola mole del volume, su come la civiltà occidentale (nella fattispecie quella greca e latina) ha introiettato il tema dell’accoglienza dello straniero nella sua cultura.

Si basa tutto su una triangolazione di parole: Filantropia, Paideia, Humanitas. Le prime due – greche – parlando di come l’essere umano deve essere accolto e rifugiato (filantropia) e poi “educato”. Paideia infatti richiama alla pedagogia. In latino, Humanitas le racchiude entrambe (ed infatti, oltre all’Umanità in senso metaforico, la parola richiama anche l’umanesimo e le discipline umanistiche).

Partendo dall’accoglienza che Didone fa dei profughi troiani nella neonata Cartagine, così come raccontato nell’Eneide, Bettini sviluppa il discorso confrontando le leggi (morali, non scritte), che nell’antichità imponevano il soccorso dei rifugiati ed evidenziando similitudini e differenze tra la cultura greca (che distingueva fortemente tra greci e barbari) e latina (che invece era accogliente “culturalmente). La leggenda della fondazione di Roma, dove vengono messe zolle di terreno originario di tutti i fondatori assieme alle loro esperienze (natura e cultura) è molto chiaro in proposito.POTREBBE INTERESSARTI …

Tutto questo viene poi paragonato alla “Carta universale dei diritti dell’uomo” contemporanea.

Insomma, Homo sum è un libro interessante per approfondire il tema dell’accoglienza in un’ottica laica, ed anche polemica verso certe posizioni di chiusura che, anche se efficaci dal punto di vista propagandistico, diventano – portate all’estremo – segno di indebolimento della civiltà.

Consigliato, se si vuole capire qualcosa di quest’argomento senza sentire solo chi deve raccogliere voti.