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2 febbraio 2022

Grazie a Fiorella Palomba:

Una narrazione appassionata e potente

Ho terminato sul far della sera questo romanzo portandomi dietro fino a tarda notte gli echi della guerra narrata attraverso l’epopea della famiglia Samuele. L’autore, che come me è nato dopo il conflitto, mi ha detto che, oltre alla documentazione storica, ha utilizzato le memorie famigliari narrate: lo immaginavo per il “calore” che la storia emana. Conosco la potenza della narrazione orale: mia madre, mia suocera e soprattutto mio nonno in dialetto milanese raccontava a noi bambine storie di guerra, sia per lasciare una traccia del passato, sia per esorcizzare il dolore e la paura. Cesare Gigli è riuscito a trasferire con grande maestria questa potenza trovando una gamma di parole che allertano tutti i nostri sensi e ci proiettano nel centro delle vicende. Così non solo “vediamo” la storia, ma sentiamo gli odori, gustiamo il poco pane bianco che riescono a trovare, soffriamo la fame tremenda. Le duecento settanta pagine riescono a catturarti nella quotidianità che si ripete nelle angustie, negli infiniti passi, nelle salite a Montecassino. In questa ordinaria routine irrompe la violenza più atroce e le bontà inaspettate. Dietro l’angolo c’è sempre una sorpresa che ti lascia con il fiato sospeso. Conosci, così, il generale tedesco buono e colto vissuto davvero, con i suoi atroci dilemmi, l’adolescenza di Rosa con i suoi turbamenti, il magico “amico mio” di Teresa Samuele che ci ricorda la forza della magia nel sud. Poi il quadro cambia totalmente nell’ultimo capitolo. È l’anno 2010 e si celebra il funerale di Rosa, signora ottantenne che abbiamo conosciuto quale figlia adolescente della famiglia Samuele. Il pensiero razionale, anticipato con la scomparsa dell’amico di Teresa, prende il sopravvento come a voler garantire che è tutto finito, ma la memoria è salva anche nella rosa di carta di settanta anni prima. Uno scatto fotografico e l’affresco di una tragedia umana viene fissato per sempre.🌸


5 gennaio 2022

Grazie a Rosanna Sabatini:

La famiglia Samuele è la protagonista principale del romanzo “Amare e morire a Cassino” – Porto Seguro Editore – dello scrittore Cesare Gigli.
Per gli amanti dei libri ancorati alla storia, questo libro è assolutamente da leggere, perché a quasi tutte le sue pagine fa da sfondo la storia italiana dell’avanzata degli alleati e le problematiche affrontate dagli sfollati che dalla capitale raggiunsero i paesi della Ciociaria vicini all’abbazia di Montecassino dopo i vari bombardamenti a San Lorenzo e nelle zone periferiche.
In realtà, l’abbazia era diventata un bersaglio, perché stava in cima a una montagna la cui conquista era propedeutica per la liberazione di Roma dai tedeschi che l’avevano occupata. Nulla di ciò sapeva la famiglia Samuele, quando, il capofamiglia, Antonio, aveva deciso di rimanere a Roma e di mandare dai suoi genitori a Cassino la moglie e i figli. La guerra si trasforma per questa famiglia in una specie di partita a scacchi tra la morte e il cavaliere di bergamniana memoria che la porterà a un passo dall’essere annientata per ordine dei tedeschi.
Nonostante la guerra e le sue atrocità, sboccerà un amore impossibile tra due “apparenti nemici” che durerà fino alla morte, ma che non si concretizzerà, e di cui resterà soltanto una rosa di carta e un indirizzo. Per la famiglia Samuele, “l’apparente nemico” è “un vero e proprio angelo” che Dio ha voluto far trovare sulla sua strada sia a Cassino che a Roma. Se da una parte il riferimento alla Divina Provvidenza manzoniana è sempre evidente ma in un certo senso nascosto ne “I promessi sposi”, dall’altra parte il personaggio creato dal Gigli incide in modo diretto sul corso degli eventi e sembra personificare la provvidenza.
Si arriva alla fine del romanzo con il desiderio di vedere tramutata la storia in un film e con la curiosità di cercare nel web notizie sul generale tedesco, Fridolin Rudolf Theodor Ritter und Edler von Senger protagonista della resistenza tedesca a Cassino, sul “nemico-angelo” e sul castello “[…] con tante stanze e un terrazzo da cui si vede tutto il fiume e le vigne sull’altra riva. Nel pomeriggio è bellissimo osservare il giallo delle vigne e il verde dei monti che si mescolano alla luce del sole, vedere una barca che segue il corso del fiume […]”, cui l’autore fa riferimento diverse volte.
Come lettrice, l’ho fatto per davvero, utilizzando Google maps; all’indirizzo del “nemico-angelo” – citato nel libro – ho trovato una specie di castello in miniatura e ho anche trovato il vero castello, quello “con tante stanze” che domina il fiume Reno e che oggi non si può più visitare, perché è stato trasformato in un albergo.

19 ottobre 2021

Recensione Amazon (Magus):

Trama e personaggi interessanti, lettura scorrevolissima. Un libro che si legge d’un fiato, una storia di umanità durante un periodo storico ben noto e dei personaggi con ottime caratterizzazioni. Da leggere.


9 ottobre 2021

Grazie a Gianfranco Personè:

Un romanzo storico di grande respiro. Figure reali e di fantasia si intrecciano in un connubio di amore (storge, philia, eros, agape) e morte (thánatos) . Fatti piccoli, e all’apparenza poco significativi, si intrecciano con grandi fatti storici della seconda guerra mondiale, in particolare che riguardano la battaglia di Cassino, rendendo il romanzo – frutto di fantasia – , altamente reale. Anche l’aspetto “magico” della figura di Teresa, ci riporta in un mondo arcaico contadino, mai completamente scomparso nella nostra cultura. Personaggi principali e secondari sono descritti come un grade affresco anche se Cesare Gigli usa saggiamente la tecnica dell’acquerello per mescolare pigmenti finemente macinati con un legante la Storia e diluiti in una profonda Umanità.