18 agosto 2021

Grazie a Riccardo Lorenzi:
“Sono tutte sensazioni difficili da spiegare a chi non è malato di calcio. Non è solo assistere a un evento. Non è solo andare a tifare per la propria squadra o gioire se si vince ed essere tristi se si perde. E’ la certezza di far parte di una continuità storica di appartenenza a qualcosa che non è patria, famiglia o club. E’ un pezzo di te che condividi con altri, anche con chi ti è più lontano per tutte le altre caratteristiche. Ancora oggi, ogni volta che vado allo stadio, passato il mezzo secolo di vita, tutto ciò si ripete.”
Con Cesare Gigli ha capito dal suo libro che ho condiviso molte delle sue esperienze. La famiglia dello stesso strato sociale, la provenienza dalla provincia, i giochi di formazione (il Subbuteo) e i ricordi della nostra Lazio, alcuni dolorosi. Dolorosi ma che ci hanno temprato come membri di una comunità Laziale. Come dice Cesare “chi ha avuto un’adolescenza del genere può avere paura di qualcosa?”

28 luglio 2021

Ecco una bella recensione di Laziowiki, che ringrazio:

Autore: Cesare Gigli

Titolo: Un’aquila nel cielo – Storie di un laziale consapevole

Anno: 2020

Casa editrice: Atlantide

Pagine: 114

Costo: 12,00 euro

Recensione: Il libro di Gigli ha il titolo identico a quello di un romanzo di Wilbur Smith del 2016, ma il sottotitolo riporta immediatamente all’oggetto dell’agile e pregevole lavoro dell’autore di Latina. Quanto l’amore per una squadra possa coinvolgere, e a volte condizionare, l’esistenza di un tifoso di calcio. Con penna brillante e acuta, Gigli descrive la sua consapevolezza nel constatare come egli, individuo con una formazione culturale e un lavoro basati sulla razionalità, possa, di fronte alle vicende di una squadra come la Lazio, perdere il contatto con le cose “serie” della vita e lasciarsi travolgere dalla passione incontrollata. Quei due colori, il bianco e il celeste, assumono un valore metafisico inspiegabile con l’oggettività e, consapevolmente e gioiosamente, ci si lascia avvolgere. E’ l’itinerario di ogni vero tifoso che si rispetti. Gigli sa ben descrivere, alternando il registro leggero con quello più intenso e meditativo, gli stati d’animo divergenti, le gioie, le prostrazioni, che l’essere sostenitore di una società di calcio comporta sia negli aspetti correnti come la famiglia, il lavoro, le relazioni sociali che nella propria psiche. Felicità assoluta e dolore più cupo si alternano nella tempistica dettata dal calendario calcistico e dopo la sconfitta più bruciante si sa che ci sarà la vittoria esaltante in un andamento sinusoidale serrato e imprevedibile. Un bel libro che va letto da ogni tifoso e, particolarmente, da quello Laziale il quale, per bizzarro e ricorrente destino, ne ha veramente passate tante e non sempre esaltanti ma, forse proprio per questo, è generatore di un supplemento d’amore che lo porta ad un livello d’ineffabilità in cui perdersi in modo assoluto e senza alcun rimorso.